Secondo quanto è appena emerso dal sondaggio presentato questa mattina al II Forum Rifiuti dall’Amministratore Delegato della Lorien Consulting Antonio Valente e da Paolo Palleschi, esperto di comunicazione ambientale, circa otto italiani su dieci sono disposti a spendere di più per poter acquistare dei prodotti e dei servizi in grado di impattare di meno sull’ecosistema.
La ricerca – realizzata per il Coou (Consorzio Obbligatorio Oli Usati), Legambiente e La Nuova Ecologia – permette di evidenziare come sia elevata la preoccupazione e l’attenzione degli italiani nei temi della qualità ambientale, e quanto gli italiani siano ben consapevoli che i principali responsabili della salvaguardia dell’ambiente siano loro stessi (per una quota del 79% nel 2015, contro il 69% dell’anno precedente).
Come dichiarato dallo stesso Valente, “il problema ambientale è stato metabolizzato e non è più un’emergenza. Il ruolo degli operatori economici, culturali e associativi si riconfigura nel supportare individui e famiglie per adempiere a comportamenti (non tanto doveri) ritenuti normali”.
Gli spunti di discussione utili non sono certamente finiti qui. La rilevazione sottolinea infatti come l’attenzione dei cittadini è strettamente legata alla crisi finanziaria: è di tre quarti, infatti, la proporzione degli italiani che è divenuta più attenta alle esigenze dell’ambiente proprio nel periodo di maggiori difficoltà, con il 65% del campione che ha dichiarato di ritenere che i più recenti fatti di attualità sono legati alle problematiche ambientali. Tra i fenomeni più drammatici e conosciuti vi è certamente il rischio idrogeologico (41% del campione), ma non mancano le potenziali correlazioni con gli eco-reati e le trivellazioni.
Tra gli altri dati emersi nel Forum Rifiuti, il fatto che oggi in Italia vi siano 1.520 comuni “virtuosi” nella raccolta differenziata dei rifiuti, per un 16% della popolazione che ricicla e differenzia.