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Display biodegradabili presto realtà?

Redazione 17 Ottobre 2015

Display biodegradabili presto realtàI rifiuti generati dalla tecnologia sono in aumento e, purtroppo, sempre più inquinanti. Proprio per questo motivo la ricerca applicata alla sostenibilità dei componenti elettronici sta compiendo interessanti passi in avanti. E proprio per questo motivo il nuovo studio condotto dall’Università del Missouri – Columbia sta acquisendo particolare risalto in tutto il mondo.

Un team di ricercatori dell’istituto universitario, guidato dal professor Suchismita Guha, ha infatti affermato di essere allo studio per arrivare all’obiettivo di ottenere dei display biodegradabili, sulla base di alcune strutture organiche costituite da peptidi o proteine, che possono assemblarsi in particolari nanostrutture da fruire come componenti per altri materiali.

Naturalmente, non sono sufficienti tali strutture per poter arrivare alla realizzazione di un display utilizzabile sui nostri smartphone e sui nostri tablet. Gli stessi devono infatti essere combinati con polimeri che possono emettere della luce blu, verde e rossa. Per il momento sono stati utilizzati con successo solamente i polimeri che emettono una luce blu, ma quando lo studio sarà completato sarà presumibilmente possibile ottenere lo stesso anche con il verde e con il rosso. E dunque, presto potrebbe essere realmente possibile ottenere degli elementi biodegradabili per i dispositivi tecnologici più in uso.

La ricerca – denominata “Self-Assembled Peptide-Polyfluorene Nanocomposites for Biodegradable Organic Electronics” – è stata pubblicata sull’ultimo numero della rivista “Advanced Materials Interfaces”. Nel corso del suo svoltimento è stata sostenuta da un finanziamento da parte della National Science Foundation, e da parte del CNPq (Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico).

Ricordiamo infine che la ricerca, guidata dal Dipartimento di Fisica e Astronomia presso la MU College of Arts and Science, ha visto la proattiva collaborazione da parte di un gruppo di ricercatori dell’Università Federale di ABC (UFABC) in Brasile.

Continueremo a informarvi anche nel corso dei prossimi mesi sugli sviluppi della ricerca.

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