Uno dei sintomi tipici della chemioterapia, ovvero ci riferiamo alla cura dei tumori, è la perdita dei capelli che, appunto, è causata dai farmaci utilizzati. Certamente, perdere i capelli non fa piacere a tutti, ma al giorno d’oggi è stato inventato un innovativo dispositivo, che consente ai pazienti oncologici di evitare la perdita di capelli.
Stiamo parlando di una speciale cuffia refrigerata, che prende il nome di “Paxman” che, in sostanza, porta la temperatura del cuoio capelluto a una temperatura di meno quattro gradi, producendo, di conseguenza, un leggero mutamento del flusso sanguigno ai follicoli piliferi, proteggendoli dalla distruzione del farmaco. Possiamo confermare che si tratta di una vera e propria rivoluzione, soprattutto di un maggior conforto per i pazienti malati di tumore. Di fatti, tutti i soggetti affetti da tumore, non devono assolutamente trascurare questo sintomo, ovvero la perdita dei capelli.
Secondo quanto appreso dal noto sito della “Ausl”, possiamo affermare che: “In un momento d’insicurezza e fragilità generale, legato alla non facile convivenza con una malattia invasiva l’individuo percepisce ogni trasformazione, in questo caso la perdita, seppur temporanea, dei capelli come un trauma. Ridurre al minimo questo particolare disagio significa dunque migliorare la fiducia in se stessi dei pazienti, e stimolare atteggiamenti positivi verso la terapia”.
Per quanto concerne la cuffia refrigerata Paxman, possiamo affermare che questa è un ottimo apparecchio che è già stato sperimentato su diverse donne affette da tumore, e che si sono sottoposte a cicli di chemioterapia. Invece, per quanto riguarda il suo funzionamento, il sistema si basa sul raffreddamento controllato del cuoio capelluto, grazie all’utilizzo di una sorta di cuffia. La caposala dell’Unità Operativa di Medicina Oncologica del Ramazzini, Angela Righi, ha spiegato che: “Il principio per cui il raffreddamento del cuoio capelluto durante l’infusione della chemioterapia riduce la perdita dei capelli è nota anche se il problema sinora è stato il mantenimento delle basse temperature.
In passato queste cuffie erano costituite da una gelatina che veniva raffreddata in freezer ma, una volta indossata, perdeva velocemente il suo potere refrigerante. La cuffia Paxman invece mantiene costante la temperatura a -4° e permette di trattare due pazienti per volta, con un totale di quattro soggetti al giorno”. Questo innovativo sistema in Gran Bretagna è utilizzato in oltre mille strutture e, inoltre, lo hanno installato anche altri ospedali di altre Nazioni, come Francia, Svizzera, Giappone e Germania. Invece, in Italia, l’Ospedale Ramazzini è il secondo ad adoperarlo.
Angela Righi prosegue affermando: “I criteri di scelta sono chiari, donne malate di tumore al seno a cui vengono somministrate antracicline alopecizzanti. Le pazienti sono fiduciose come noi, ma solo dopo l’utilizzo avremo la controprova della sua efficacia. Il fatto che tanti ospedali la utilizzano con buoni risultati ci fa credere di aver fatto una buona scelta”. Con ciò, possiamo affermare che la Paxman è un vero e proprio strumento che, sicuramente potrà garantire meno sofferenza a chi lotta contro il tumore.